Deep, i sapori del mare in Via Orefici a Bologna

Se hai nostalgia del mare e delle specialità che ti regala, basta raggiungere il centro città e proprio nella strada dove c’è l’imbarazzo della scelta per i numerosi locali che ci sono, trovi DEEP.

La sua apertura risale ad un paio di anni fa quando il giovane imprenditore Gianluca Ciliberti aveva aperto l’oyster bar Ostrica Pazza insieme allo chef Francesco Carboni.

La pandemia ha cambiato il corso delle cose, ma non il successo del locale e la perseveranza, così con un cambio di nome e di partner in cucina si riparte.

Responsabili delle preparazioni sono l’executive chef Guglielmo Araldi e l’aiuto chef Elia Macchiavelli, anche se il menù porta la firma dello chef stellato Agostino Jacobucci.

In questo locale fanno da padrone tutte le specialità di pesce, soprattutto crude dalle ostriche Marenne e Normandia, sistemate sul bancone nel ghiaccio, aperte e da gustare “nature” o con alcune particolarità studiate con perle di Campari ed erba cipollina e altro, agli scampi e ai gamberi di varie specie, con bulot e crevette.

Certo se se non è solo per un aperitivo ma si cerca qualcosa in più si è subito accontentati.

In menù ci sono diverse portate come Baccalà con sedano rapa e albicocca affumicata, polpo, patata al cipollotto e polvere di alghe, tartare di tonno, mela verde, cetriolo e finocchio.

Alici, sarde e sgombri fanno parte degli “affumicati e marinati”, ma sempre tutti interpretati alla Jacobucci, che da il tocco finale in Profondo blu, il menu degustazione in otto portate, un percorso gustativo articolato che termina con un insolito gelato alla cipolla di Tropea, rapa rossa e caviale Asetra e il babà a tre lievitazioni, must dello chef campano.

La carta dei vini e delle bollicine francesi e italiane non è certo di meno pregio, rispetto alla freschezza del pesce, per la sua vasta scelta.

Deep è solo il punto di partenza perché visto il successo di questo format l’intenzione è quella di aprirne altri, tra le città candidate Firenze, Milano o Cesenatico… chissà.

Livia Elena Laurentino

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