A Bologna arriva il ristorante bistrot bulgnais : PIANO PIANO

Proprio lì dove un cippo indica il centro della città e dove inizia il cammino degli Dei, nell’angolo di Piazza Maggiore con Via D’Azeglio ha aperto PIANO PIANO , il ristorante bistrot di Giovanni Favia.
L’ultimo di una serie di locali che hanno avuto successo e che come lui stesso ha dichiarato vuole essere un atto d’amore per la sua città.

Infatti non sarà solo un luogo in cui consumare una colazione, un brunch o un aperitivo nell’ampia sala piano terra, ma vuole essere un punto di riferimento culturale ed enogastronomico per tutte quelle eccellenze che il nostro territorio offre.

Qui i tavoli dell’arredo minimal sono decorati con divertenti vignette a mo’ di vocabolario Bolognese -Italiano per chi fosse incuriosito a scoprire l’arcano di alcuni vocaboli dialettali. 

Per questo sarà anche la sede dell’associazione Dino Sarti, che si occupa della tutela del dialetto, che realizzerà incontri e dibattiti, ma si potrà anche imparare l’arte della sfoglia tirata al mattarello, o seguire corsi sul vino, sull’olio e sul caffè.
Infatti tra i partner di questo nuovo corso, ci sono importanti realtà locali come il Caffè Terzi, l’Amarena Fabbri 1905, Palazzo Varignana con il suo pregiato olio Evo, e il pasticcere Francesco Elmi che qui fornirà la sua Pinza bolognese.

Piano Piano però si sviluppa su tre livelli e, a parte l’ammezzato in cui ha preso la cucina, al secondo piano c’è il ristorante; una grande sala per 54 coperti in coperti arredata con comode poltroncine in velluto e alle pareti le foglie di rame dello scultore Nicola Zamboni.
Non poteva mancare un ricordo di Lucio Dalla, l’artista bolognese abitava proprio in in via D’Azeglio, che nel periodo natalizio si illumina con le frasi di una sua canzone.
E sulla parete del ristorante si legge il neon “e potrà volare”, tratto da Futura e acquistato da Favia all’asta di beneficenza lo scorso anno.

In cucina c’è il giovane chef Fabio Castriotti, che dirige una brigata piuttosto corposa visto che ne fanno parte ben tre sfoglini a tempo pieno, per garantire le pasta tirata al mattarello, come vuole la tradizione.
Un menù non molto ampio: 5 primi , 5 secondi e 5 dolci, con qualche fuori menù, forse anche di pesce, visto l’esperienza pregressa delle chef al ristorante Sale Grosso.
Un trionfo di tortellini, tortelloni, balanzoni, tagliatelle e lasagne realizzati con farine di grani antichi bio macinate a pietra del Molino Verrini, made in Emilia Romagna, che sarà possibile acquistare anche nell’annessa bottega.
I secondi saranno prevalentemente di terra, e qui lo chef potrà esprimere la sua creatività.

Livia Elena Laurentino

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