Gli italiani e la pasta, quanto la conosciamo ?

Italiani e pasta sembra essere un binomio inscindibile, anche se il nostro paese, per soddisfare il fabbisogno, non produce abbastanza grano da trasformare in pasta e quindi le industrie acquistano dall’estero quello che necessario per garantire la produzione.

Ma quanto siamo disposti a spendere per un piatto di pasta? Poco, forse troppo poco.
Uno studio di mercato realizzato su un pannello di 1300 famiglie, da Last Minute Market, spin off dell’Alma Mater di Bologna, in collaborazione con SWG , ha evidenziato alcuni punti importanti :
– solo il 7% consuma pasta artigianale 
– per  quasi 5 volte a settimana
– per circa il 50% dei consumatori l’importante è la tenuta della cottura, ma non conosce i processi      produttivi
– il 35% è disposto a spendere un 1 euro e mezzo per 500 gr.
Ecco dunque che ci piace mangiare bene, ma vogliano spendere poco, e spesso le due cose non collimano.
In controtendenza c’è chi invece, oltre a produrre il grano, ha deciso di consegnare ai consumatori il prodotto già confezionato, praticamente dal chicco al pacchetto; è Massimo Mancini, laureato in agraria a Bologna, e titolare dell’omonimo Pastificio Agricolo.
All’ origine c’erano 60 ettari di terra che il nonno aveva acquistato nel 1938 e coltivati a girasoli, grano e favino, ma che col passare degli anni stavano per perdere le loro potenzialità. Poi con il ritorno alle origini, la sua passione e forte degli studi fatti, ecco che Massimo ha trovato un modello agricolo industriale replicabile per la pasta.
A Monte San Pietrangeli, nel cuore delle Marche, Mancini ha moltiplicato i terreni, che ora sono 500 ettari coltivati solo a grano, in tre tipologie e nel 2010 ha realizzato un pastificio iper tecnologico, a basso impatto ambientale, con 1 milione e mezzo d’investimento. 
Oggi  dopo sette anni si lavora per raddoppiare la superficie dello stabilimento e la rendita del grano per ettaro è 10 volte tanto e dà lavoro a 25 persone. Il percorso di trasformazione  realizzato da Massimo Mancini è fatto con coerenza migliorando la qualità del grano, affiancando il marketing alla comunicazione ed è un modello che lui vuole condividere attraverso l’aggregazione tra produttori. 
Grandi chef stellati in Italia e nel mondo hanno scelto la Pasta Mancini, nei suoi tredici formati, ma da giugno è attivo lo shop on line. Livia Elena Laurentino

Condividi su:

Sezione: